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Le mamme dell’autunno

Molti sono i fattori che durante il post partum possono giocare un ruolo sull’umore e sulla percezione di sé come più o meno adeguati.
Tra questi non è da sottovalutare nemmeno l’influenza del periodo stagionale.

depressione post partum

Bentornati a casa

I primi mesi in cui mamma, papà e neonato si trovano a convivere e a conoscersi reciprocamente, costituiscono un momento particolarmente delicato per qualsiasi famiglia ed, in particolar modo, per la donna.

L’esperienza del parto è appena trascorsa, i ricordi sono ancora vividi ed il vissuto emotivo può variare fortemente in relazione a come è stato affrontato il travaglio, a quanto accaduto contestualmente, a quanto la neomamma in quegli istanti si sia sentita accolta, compresa e protetta.

Sono diversi i fattori che possono contribuire a rendere più rapida la ripresa, intesa non solo in termini fisici ma soprattutto psicologici. Oltre alla vicinanza ed al supporto del partner è importante avere un’ampia rete sociale costituita da nonni, amici fidati, persone che con discrezione siano in grado di fornire vicinanza emotiva oltre che un sostegno concreto (Coleman e Karraker, 1997).
È inoltre fondamentale la percezione da parte della neomamma di un senso di autoefficacia che le consenta di avere sufficiente fiducia nelle proprie capacità, sentendosi in grado di gestire al meglio la situazione (Bandura, 1986).

Gli effetti della stagione su umore e post partum

Oltre a tutto ciò vi è un altro aspetto importante che però è spesso sottovalutato: è il fattore stagionale.

Partorire in primavera non è la stessa cosa che partorire in autunno.
Una mamma che partorisce a fine estate affronterà il puerperio durante la stagione autunnale e questo, su soggetti predisposti, può costituire un ulteriore fattore di rischio per lo sviluppo di sintomi depressivi o di una vera e propria depressione post partum, amplificando gli effetti della fisiologica deflessione del tono dell’umore che può avvenire dopo il parto. In generale le persone, chi più e chi meno, possono risentire dei cambiamenti climatici in termini di modificazione dell’umore e maggior senso di affaticamento.
I benefici dell’esposizione alla luce solare e l’influenza dell’andamento stagionale sono aspetti noti già dall’antichità.

Solo negli anni ’80 si è arrivati però ad una descrizione, in termini diagnostici, del disturbo affettivo stagionale (SAD), caratterizzato da episodi di depressione con uno stato di simil letargia in autunno/inverno ed eutimia (umore nella norma) in primavera/estate (Rosenthal, 1984). Vi sono numerosi studi relativi sia al SAD che alla depressione post partum (PPD) mentre è stato meno indagato l’effetto delle variazioni stagionali sull’eventuale sviluppo di una PPD. Uno studio condotto in Finlandia (Hiltunen et al., 2004) ha messo in luce come vi sia un significativo aumento dell’incidenza di depressione post partum nei periodi da settembre a novembre mentre l’incidenza si riduce nel periodo primaverile.

È possibile quindi ipotizzare che anche la stagionalità possa avere una qualche influenza sull’umore in generale e nel post partum ricordando però che da sola non è significativa né sufficiente.

Oltre a questo aspetto ambientale vi sono infatti molteplici fattori biologici e psicologici (come ad esempio il presentare una storia personale di depressione o l’avere avuto depressione o ansia durante la gravidanza) che possono rendere più vulnerabili allo sviluppo di una depressione post partum.
Tale condizione può presentarsi in seguito alla nascita di qualunque figlio (non soltanto del primo) e necessita di un trattamento psicologico (American College of Obstetric and Gynecology, 1999).

Ha un’incidenza che va dal 10% al 20%, si manifesta entro sei mesi dal parto e perdura per settimane o mesi. La gravità dei sintomi può variare da episodi di depressione minore fino ad episodi di grave depressione maggiore.

Depressione post partum cause

Le mamme sperimentano umore depresso, eccessiva preoccupazione o ansia, sono irritabili, faticano a prendere decisioni sentendosi eccessivamente sotto pressione.

Tale condizione va però ben distinta da altre manifestazioni depressive che possono presentarsi durante il post partum (Cassano, 2006):

  • Maternity blues o baby blues: è una demoralizzazione post partum sperimentata dal 75-80% delle donne. Si manifesta 2-3 giorni dopo il parto. È una condizione fisiologica con risoluzione spontanea entro 10-15 giorni dal parto. Manifestazioni: labilità emotiva, facilità al pianto, insonnia, inappetenza. È importante sostenere e rassicurare la mamma in questa fase.
  • Psicosi puerperale: l’incidenza è dello 0,1-0,2%. Si tratta quindi di una condizione molto più rara rispetto alle precedenti. Tra i sintomi principali, che si manifestano bruscamente da qualche giorno a un mese dopo il parto, vi sono labilità emotiva, agitazione, disorientamento, allucinazioni. In questi casi è consigliato un trattamento farmacologico e un’ospedalizzazione.

Come affrontare al meglio il post partum

In generale alcune accortezze comportamentali possono aiutare le mamme ad affrontare con maggiore serenità i primi mesi dopo il parto (Carver et al., 1989). Oltre ad accettare un aiuto nelle attività quotidiane e a dividere il più possibile i compiti con il partner, è importante distrarsi. Fare passeggiate e dedicare dei momenti alla cura di sé: truccarsi, andare dal parrucchiere, indossare i propri vestiti preferiti e, nella scelta dei colori, prediligere i blu, i rosa tenui che hanno un effetto calmante oppure ravvivare l’ambiente con oggetti sulle tonalità del giallo e dell’arancione che trasmettono positività (Kumar, 2014).
Alcuni ricercatori della Northumbria University (Inghilterra) hanno anche riconosciuto gli effetti benefici sull’umore della pianta di rosmarino, della quale è possibile utilizzare l’olio essenziale per profumare ambienti e armadi (Moss e Oliver, 2012).

Diventare mamma costituisce di per sé un momento delicato per i cambiamenti che comporta. Vivere il puerperio in prossimità della stagione autunnale potrebbe essere, in alcuni casi, percepito come più faticoso. Qualora si riconoscessero alcuni segnali di deflessione del tono dell’umore è importante considerare che anche le condizioni climatiche possono, a volte, peggiorare o amplificare la situazione e le sensazioni percepite. Allo stesso tempo è necessario non sottovalutare la situazione e saper chiedere un aiuto specialistico.

Articolo scritto da:

Silvia Colombo, psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale. Si occupa prevalentemente di psicologia perinatale, disturbi della prima infanzia, disturbi d’ansia e dell’umore.

Riferimenti Bibliografici:

American College of Obstetrics & Gynecology (1999), Patient education pamphlet, Washington DC.
Bandura, A. (1986). Social foundations of thought and action: A social cognitive theory. Englewood Cliffs, NJ: Prentice-Hall.
Carver C. S., Scheier M. F. e Weintraub J. K. (1989).
Assessing coping strategies: A theoretically based approach. Journal of Personality and Social Psychology, vol. 56, n.2, 267-283
Cassano G. B. (2006). Psicopatologia e clinica psichiatrica. Milano: UTET Coleman P. K. e Karraker K. H. (1997).
Self-Efficacy and Parenting Quality: Findings and Future Applications. Developmental Review, 18, 47-85. Hiltunen P, Jokelainen J, Ebeling H, Szajnberg N, Moilanen I.
Seasonal variation in postnatal depression. J Affect Disorders 2004, 78:111– 8. Kumar S. (2014).
Colour and Clothing for Patients and Well-Being. In: Contemporary Issues and Trends in fashion, Retail and Management. Rajaram, N.J., Prasad, G.H, Belli, S., Editors
Moss M. e Oliver L. (2012), Plasma 1,8-cineole correlates with cognitive performance following exposure to rosemary essential oil aroma. Therapeutic Advances in Psychopharmacology, 2(3), 103-113.
Rosenthal N E, Sack D A, Gillin J C, Lewy A J, Goodwin F K, Davenport Y, Mueller P S, Newsome D A, Wehr T A (1984). Seasonal Affective Disorder. A Description of the Syndrome and Preliminary Findings With Light Therapy. Arch Gen Psychiatry, 41 (1), 72-80.

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