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Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione in Bambini e Adolescenti

Tipo di disturbi

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono patologie complesse, multifattoriali e caratterizzate da un elevato rischio di problematiche mediche e psichiatriche associate.
I criteri per effettuare una diagnosi sono stati revisionati dell’ultima edizione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5, APA, 2013).
Oltre alle diagnosi più note di Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo da Alimentazione Incontrollata il DSM-5 include altre patologie riferibili ad un alterato e patologico rapporto con il cibo tra cui: Pica, Disturbo di ruminazione e Disturbo da evitamento/restrizione dell’assunzione di cibo, maggiormente presenti nella popolazione infantile.

Diffusione Anoressia e Bulimia

La prevalenza di Anoressia Nervosa è compresa tra 0,5% e 2%, con un picco nell’età compresa tra 13 e 18 anni. La prevalenza lifetime di Bulimia Nervosa si assesta tra lo 0,9% e il 3%, con un’età d’esordio tra 16 e 17 anni. (Campbell & Peebles, 2014).

Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata nei bambini e negli adolescenti si osserva nel 2,3% delle adolescenti femmine e nello 0,8% negli adolescenti maschi (Lock, 2015). In generale si osserva un aumento dei casi di disturbo alimentare nei maschi.
Tuttavia nonostante i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione siano problematiche molto diffuse e caratterizzate dal tasso di mortalità (5-6%) più elevato fra tutte le patologie psichiatriche in età giovanile pare che non siano accuratamente presi in considerazione dalla maggior parte dei clinici in ambito pediatrico (Arcelus et al., 2012).

Come l’eccesso ponderale influisce sullo sviluppo di un disturbo dell’alimentazione

Come è noto l’obesità e il sovrappeso infantile rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di un successivo Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione.

Pertanto è fondamentale porre attenzione anche alla popolazione infantile e adolescenziale affetta da una condizione di eccesso ponderale per attuare una prevenzione efficace e un’azione protettiva. L’obesità infantile ed adolescenziale si associa ad eventi critici producendo vissuti negativi che a loro volta possono sfociare in veri disturbi d’ansia e traumatici

dati disturbi alimentari

(Ballardini & Schumann, 2011).

Cosa fare

La tempestività nel riconoscimento dei disturbi sia dell’alimentazione che anche dei disturbi d’ansia correlati è ampiamente riconosciuta come un fattore prognostico positivo ed è pertanto fondamentale identificare e inviare a professionisti esperti pazienti su cui esiste un dubbio diagnostico in modo che possa essere effettuato un adeguato assessment ed eventualmente una presa in carico da parte di un team di cura multidisciplinare integrata (Ballardini & Schumann, 2011).

Le principali linee guida internazionali (APA, 2006; NICE, 2017) infatti suggeriscono come maggiormente efficace, per tutti i livelli di cura (ambulatoriale, day hospital, residenziale e ospedaliero) un trattamento erogato da un team composto da medici, psicoterapeuti, psichiatri e dietisti basato sulle evidenze scientifiche.

Per i bambini e gli adolescenti è raccomandata la Terapia Familiare focalizzata per i disturbi dell’alimentazione (FT-AN/BN di area cognitiva comportamentale) e come alternativa la CBT-ED. La consulenza medica nutrizionale è raccomandata, dovrebbe essere offerta come riabilitazione psico-nutrizionale all’interno di un approccio multidisciplinare, per considerare il ripristino di un’alimentazione naturale appropriata per la loro età, fino a soddisfare i valori nutrizionali di riferimento. I familiari dovrebbero essere inclusi nell’educazione terapeutica e nella pianificazione dei pasti dei bambini e giovani adulti che ricevono un trattamento individuale. Vanno anche forniti consigli nutrizionali aggiuntivi per affrontare le necessità di crescita e sviluppo, in particolare durante la pubertà. Infine, non dovrebbero mai essere offerti i farmaci come unico trattamento per i disturbi dell’alimentazione (Quaderni del Ministero della Salute (2017). Linee di indirizzo nazionali per la riabilitazione nutrizionale nei disturbi dell’alimentazione. Numero 29)

Indicatori per un invio ad un team specializzato

In particolare l’ultima revisione delle linee guida NICE nel 2017 (vedi elenco sottostante) propone specifici ambiti e condizioni da considerare per intercettare e valutare la presenza di un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione:

  • Un indice di massa corporea o peso corporeo insolitamente basso o alto per la loro età;
    Rapida perdita di peso;
  • Prendere parte ad attività associate ad un alto rischio di disturbi alimentari (ad esempio, sport professionistico, moda, danza etc);
  • “Dieta” o pratiche alimentari restrittive (in assenza di sovrappeso o già in sottopeso) che preoccupano i pazienti, i loro familiari o i professionisti
  • Familiari che segnalano un cambiamento nel comportamento alimentare;
  • Ritiro sociale, in particolare da situazioni che coinvolgono il cibo;
  • Preoccupazione sproporzionata per il peso o le forme corporee;
  • Disturbi mestruali o altri disturbi endocrini o sintomi gastrointestinali inspiegabili segni fisici (malnutrizione, cattiva circolazione, vertigini, palpitazioni, svenimenti o pallore);
  • Comportamenti compensatori (l’uso improprio di pillole dimagranti o dietetiche, vomito o esercizio eccessivo);
  • Dolore addominale che è associato a vomito o restrizioni nella dieta e che non può essere completamente spiegato da una condizione medica;
  • Squilibrio elettrolitico inspiegabile, ipoglicemia;
  • Usura dentale atipica (come l’erosione)
  • Problemi nella gestione di una malattia cronica che ha a che vedere con l’alimentazione, come il diabete o la celiachia;
  • Altri problemi di salute mentale dell’Infanzia ed adolescenza (Disturbi d’Ansia, Disturbo Ossessivo Compulsivo, Disturbo Post Traumatico da Stress)

Le linee guida inoltre forniscono una specifica raccomandazione per i bambini e i giovani con un disturbo alimentare con marcata restrizione alimentare che si può manifestare anche con un rallentamento della crescita (ad esempio, peso e/o un’altezza ridotta per età) o una pubertà ritardata.

Sensibilizzare gli operatori della sanità

Il ruolo dei pediatri per individuare pazienti con un Disturbo della Nutrizione e dell’Alimentazione è fondamentale. L’American Academy of Pediatrics (Rosen et al., 2010) ha proposto una guida per i pediatri che dovrebbero riuscire a porre attenzione e riconoscere i primi segni di disturbo alimentare, a conoscere e inviare a centri specialistici sul territorio e ad avere un ruolo fondamentale nella prevenzione anche attraverso una gestione dei problemi di peso orientata all’equilibrio e alla promozione dell’autostima piuttosto che attraverso la proposta di diete molto restrittive.

A tal fine è stato inoltre creato e condiviso uno strumento di screening utile a tutti i professionisti della salute che può suggerire la necessità di un approfondimento con una valutazione di un team specialistico, lo SCOFF (Morgan, A., Reid, F. e Lacey, J.H., 1999). infatti è un questionario costituito da 5 domande che mirano a mettere in evidenza la presenza di un generico alterato comportamento alimentare.

Nei gruppi ad alto rischio può essere utile usare un questionario di screening come lo SCOFF (Sick, Control, One stone, Fat, Food) che appare particolarmente indicato per il setting di medicina primaria perché è costituito da sole 5 domande ideate per chiarire il sospetto che potrebbe essere presente un disturbo dell’alimentazione. Va comunque sottolineato che il questionario non permette di fare una diagnosi, ma è ideato solo di considerare il paziente a rischio, quindi può aiutare a scoprire la possibilità che si siano mai manifestati sintomi di Anoressia o Bulimia Nervosa.

  • Si è mai sentito disgustato/a perché sgradevolmente pieno?
  • Si è mai preoccupato/a di aver perso il controllo su quanto aveva mangiato?
  • Ha perso recentemente più di 6 kg in un periodo di tre mesi?
  • Le è mai capitato di sentirsi grasso/a anche se gli altri le dicevano che era troppo magro/a?
  • Affermerebbe che il cibo domina la sua vita?

Il questionario rivela una probabile manifestazione di sintomi di disturbo alimentare quando ci sono almeno 2 domande con risposta positiva.

Gli obiettivi del trattamento integrato e multidisciplinare

È condiviso che gli obiettivi di trattamento dovrebbero essere orientati ad una normalizzazione delle condotte alimentari e al ripristino di un atteggiamento flessibile sull’alimentazione. Gli obiettivi più psicoterapici includono invece la promozione dell’autostima, non influenzata da peso e forme corporee, e un recupero della dimensione interpersonale, psicosociale in relazione all’età. La guarigione include naturalmente anche il recupero completo del peso, il ritorno delle mestruazioni e la progressione puberale, la crescita lineare, se prevista, e la regressione della maggior parte o di tutti i danni d’organo. Il ripristino nutrizionale comporta il raggiungimento di un peso obiettivo e la capacità di seguire un’alimentazione variata e naturale, ma è importante ricordare che il concetto riguardante il mantenimento del peso non è sempre appropriato in età pediatrica poiché i bambini e gli adolescenti continuano a crescere e svilupparsi durante la pubertà e fino all’età adulta (Campbell & Peebles, 2014).

Articolo scritto da:

Romana Schumann, Valentina Fasoli, Chiara Mazzoni
Centro Gruber – Bologna

Bibliografia

American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5®). American Psychiatric Pub.
Arcelus, J., Mitchell, A. J., Wales, J., & Nielsen, S. (2011). Mortality rates in patients with anorexia nervosa and other eating disorders: a meta-analysis of 36 studies. Archives of general psychiatry, 68(7), 724-731.Ballardini, D., & Schumann, R. (2011). La riabilitazione psiconutrizionale nei disturbi dell’alimentazione. Carocci Faber.
Campbell, K., & Peebles, R. (2014). Eating disorders in children and adolescents: state of the art review. Pediatrics, 134(3), 582-592.
Lock, J. (2015). An update on evidence-based psychosocial treatments for eating disorders in children and adolescents. Journal of Clinical Child & Adolescent Psychology, 44(5), 707-721.
Morgan, A., Reid, F. e Lacey, J.H. (1999). The SCOFF questionnaire: assessment of a new screening tool for eating disorders. British Medical Journal Vol. 319: 1467-1468.
NICE guidelines. Eating disorders: recognition and treatment .NICE guideline Published: 23 May 2017 nice.org.uk/guidance/ng69
Quaderni del Ministero della Salute (2017). Linee di indirizzo nazionali per la riabilitazione nutrizionale nei disturbi dell’alimentazione. Numero 29.
Rosen, D. S. (2010). Clinical report—identification and management of eating disorders in children and adolescents. Pediatrics, peds-2010.
Yager, J., Devlin, M. J., Halmi, K. A., Herzog, D. B., Mitchell, J. E., Powers, P. S., & Zerbe, K. J. (2005). Guideline watch: Practice guideline for the treatment of patients with eating disorders. Focus, 3(4), 546-551.