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Ipnoterapia Cognitivo Comportamentale

IPNOTERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE- PERCHÉ È UTILE: STORIA, VERIFICHE EMPIRICHE E APPLICAZIONI

COS’È L’IPNOTERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE?

L’ipnoterapia cognitivo comportamentale (Cognitive Behavioural Hypnotherapy) può essere considerata uno dei modelli principali di psicoterapia basata sull’ipnosi (“Ipno-psicoterapia”).
Consiste nell’integrazione dell’ipnosi con i principi e le tecniche della terapia cognitivo comportamentale (TCC).

Sebbene diversi libri e articoli abbiano cominciato a parlare nello specifico di ipnoterapia cognitivo comportamentale negli anni 80’, le tecniche cognitivo comportamentali hanno sempre avuto un ruolo centrale nell’ambito della terapia basata sull’ipnosi.
Per esempio, Braid e Bernheim, due esponenti di spicco della terapia ipnotica tradizionale del XIX° secolo, da una prospettiva più attuale possono essere di diritto considerati di orientamento “cognitivo” e “comportamentale”.

Terapia basata sull’ipnosi e Terapie Comportamentali

Alcuni dei più importanti ricercatori sulla storia dell’ipnosi, furono figure chiave nel campo della psicologia comportamentale, in particolare Ivan Pavlov, Clark Hull e Hans Eyseneck.
I loro contributi hanno influenzato la teoria e la pratica dell’ipnotismo e, successivamente, lo sviluppo della teoria comportamentale nel 1950, antesignana della moderna terapia cognitivo-comportamentale.
Fornendo una breve descrizione della storia dell’ipnoterapia cognitivo-comportamentale, possiamo arrivare a una miglior comprensione della sua natura e della sua relazione con la terapia comportamentale e la CBT.

Il primo punto degno di nota è che la tecnica cardinale della terapia comportamentale ai suoi esordi, la desensibilizzazione sistematica, è in molti aspetti simile all’ipnoterapia comportamentale e probabilmente deriva da essa.

Infatti, Joseph Wolpe, ideatore della desensibilizzazione sistematica e per alcuni versi uno dei fondatori della terapia comportamentale, ha descritto originariamente la tecnica come “desensibilizzazione ipnotica”. (Wolpe, 1958, p.203; Wolpe, 1954).
Lo stesso Salter, co-fondatore della terapia comportamentale, pioniere del training di Assertività, aveva una solida formazione sull’ipnosi.

L’ipnoterapia basata sulle evidenze scientifiche fa ampio uso del training sulle abilità ipnotiche e le tecniche di rilassamento.
Il meccanismo fisiologico del rilassamento risulta centrale sia nella terapia comportamentale che nella ipnoterapia. Nella desensibilizzazione sistematica, la risposta di rilassamento è utilizzata sistematicamente per inibire la risposta ansiosa in relazione a stimoli attivatori specifici. Questo è un presupposto centrale in molte terapie basate sull’ipnosi, soprattutto quelle appartenenti al filone di Emile Couè che fondò la Nuova Scuola di Nancy nel 1920. Un principio terapeutico simile può essere identificato nell’ambito della Neuroipnologia di Braid (1845), il primo libro pubblicato sull’ipnotismo, dove il neuro-ipnotismo (“sonno-cerebrale”) è utilizzato soprattutto per contrastare gli stati di tensione fisica e l’attivazione nervosa.
Altre tecniche utilizzate agli esordi della terapia comportamentale, come il condizionamento covert (chiamata dagli ipnotisti “terapia ipnotica dell’avversione”), il rehearsal mentale del comportamento, lo stop dei pensieri, il training di rilassamento, ecc., sembrano derivare, o quantomeno essere precedute, dagli approcci comportamentali all’ipnoterapia.

Infatti, nel 1970, Andre Weitzenhoffer, uno dei ricercatori più importanti nel campo dell’ipnosi, pubblicò una review sulla letteratura esistente, mostrando come, per decenni, gli ipnoterapisti avessero impiegato i concetti della psicologia comportamentale, derivata da Hull e Pavlov, utilizzando tecniche sovrapponibili alla terapia comportamentale, dando così vita a un approccio chiamato “ipnoterapia comportamentale” (Weitzenhoffer A. M., 1972).

Più recentemente, Irving Kirsch, noto ricercatore, ha posto enfasi sul fatto che molte tecniche basate sull’immaginazione utilizzate in terapia comportamentale e nella CBT, come la desensibilizzazione sistematica, il condizionamento covert e il modellamento covert, assomiglino ai tipici interventi ipnotici, con in “meno l’etichetta di ipnosi” (Kirsch, 1999, p.217).

In questo video, girato in occasione del XVII Congresso AIAMC “TCC e psicoterapia scientifica. Nuove prospettive” il dottor Irving Kirsch, parla di Ipnoterapia Cognitivo Comportamentale

Oltre ai legami di lunga data e agli importanti collegamenti tra la terapia comportamentale e l’ipnosi nell’ovest, è nata una prima forma di relazione tra l’ipnosi e le teorie del condizionamento in Russia. La psicoterapia Sovietica è si è originariamente basata sulla teoria “dell’inibizione corticale” di Pavlov e sul modello del condizionamento della suggestione.

Nel periodo di massimo splendore della psicoanalisi Freudiana, che mancava di un reale supporto empirico, i ricercatori Sovietici stavano promuovendo una terapia del condizionamento ipnotico supportata da evidenze cliniche e sperimentali relativamente estese (Platonov, 1959).
Nel 1940 e 1950, quando la psicoterapia ipnotica di Pavlov si diffuse maggiormente nell’ovest, mentre la psicoanalisi freudiana perdeva popolarità, divenne anche una delle fonti d’ispirazione per la terapia del comportamento a suoi esordi.
Oltre a contribuire o a rispecchiare, lo sviluppo della teoria del comportamento, queste influenze storiche hanno continuato a modellare l’evoluzione dell’ipnoterapia nell’ultima parte del ventesimo secolo e oltre, nonostante la loro importanza fu per qualche tempo, eclissata dall’influenza di Milton Erickson, che adottò un approccio più idiosincratico e meno empirico.

Terapia Ipnotica e Terapie Cognitive

Sicuramente l’ipnotismo è essenzialmente una procedura cognitiva: le suggestioni ipnotiche hanno lo scopo di evocare idee (cognizioni) che inducano una certa risposta ipnotica.
Con il graduale avvento della terapia cognitivo comportamentale (1960 e 1970) ispirata principalmente dal lavoro di Albert Ellis e Aron T. Beck, l’enfasi sul ruolo della cognizione, in particolar modo sui pensieri e le convinzioni di base, è stata assimilata in molte terapie comportamentali.
Ellis, nel corso della sua adolescenza, studiò la tecnica delle autosuggestioni di Emile Coué, che ebbe una notevole influenza sulle sue idee riguardanti la terapia (Ellis,2004). Sia Beck che Ellis, hanno fatto delle analogie esplicite tra l’enfasi da loro posta sui pensieri disfunzionali e le credenze irrazionali, e la nozione di autosuggestione negativa come causa di isteria nell’ipnotismo vittoriano (Beck A. T., 1976; Ellis, 1962).

I due pionieri della terapia cognitiva, quindi hanno riconosciuto esplicitamente un legame storico fondamentale e una somiglianza tra le teorie cognitive della psicopatologia e i concetti base dell’ipnotismo.

Inoltre, sebbene l’ipnoterapia abbia posto poca enfasi sulla messa in discussione dei pensieri disfunzionali, alcune tecniche della terapia cognitiva somigliano a tecniche molto più antiche di ipnoterapia, come l’utilizzo di immagini mentali per modificare le credenze (Beck, Emery & Greenberg, 2005) o le strategie di coping per affrontare le situazioni stressanti (Meichenbaum,1977).
Il ruolo della suggestione nella terapia ipnotica è simile a quello della cognizione nella terapia cognitiva. Nella Nuova Scuola di Nancy fondata da Couè, il vecchio concetto di idee fisse si evolve ponendo l’accento sul ruolo dell’autosuggestione negativa come base della psicopatologia. Nel 1980 Daniel Araoz rese popolare il concetto di “Autoipnosi negativa” che è divenuto centrale negli ambiti dell’ipnoterapia Cognitivo Comportamentale, Psicodinamica ed Ericksoniana. Il concetto di autoipnosi negativa o autosuggestione nella terapia ipnotica è molto simile ai Pensieri Automatici Negativi di Beck nella terapia cognitiva.

Quali sono i dati a sostegno della Cognitive Behavioural Hypnotherapy?

Le ricerche sulle prove di efficacia forniscono dati a sostegno delle terapie cognitive e comportamentali e in qualche modo anche della terapia ipnotica, più che di altre forme di psicoterapia.
Smith et al. (1980) hanno condotto uno degli studi più influenti sul confronto tra i risultati delle varie forme di psicoterapia. Dalla meta analisi condotta su 475 studi controllati in cui sono stati coinvolti decine di migliaia di partecipanti, hanno raccolto dati per confrontare diversi tipi di trattamenti dando inizio a una nuova era di ricerca sull’efficacia delle psicoterapie.

Le misure sugli effetti delle diverse forme di terapia hanno mostrato che solo quattro categorie sono risultate più performanti rispetto alla media. Nello specifico “le terapie, cognitivo comportamentali, cognitive, l’ipnoterapia e la desensibilizzazione sistematica hanno fornito maggiori prove di efficacia” (Smith et al.)
L’ipnoterapia ha ottenuto una verifica di efficacia doppia rispetto alla psicoterapia psicodinamica tradizionale.
Nel tempo molti ricercatori hanno osservato che l’ipnoterapia in combinazione alla terapia cognitivo comportamentale poteva avere effetti sinergici. Fin dai primi anni 80’, diversi studi controllati multifattoriali e ben eseguiti condotti da Donald Tosi e colleghi, hanno stabilito la superiorità dell’ipnoterapia combinata con la Terapia Cognitivo Comportamentale rispetto alle due modalità singole. Infine negli anni 90 ulteriori evidenze sono state fornite da una meta analisi su 18 studi controllati, su 577 soggetti, pubblicata da Irvin Kirsch. Il 70% degli individui sottoposti a terapia cognitivo comportamentale hanno registrato maggiori benefici quando veniva utilizzata in combinazione con l’ipnosi come nel caso dell’ipnoterapia.
Le meta analisi hanno evidenziato che psicoterapie diverse hanno risultati diversi. Le terapie cognitivo comportamentali sono significativamente più efficaci rispetto alle terapie psicodinamiche e tale superiorità aumenta in relazione ai risultati a lungo termine misurati con i follow up. L’ipnosi aumenta l’efficacia delle terapie cognitivo comportamentali e questo risulta particolarmente evidente nei risultati a lungo termine registrati per il trattamento dell’obesità. (Kirsch, Montgomery & Sapirstein, 1995)
In conseguenza a questi studi, l’ipnoterapia cognitiva comportamentale è stata riconosciuta dall’American Psychological Association (APA) come un trattamento supportato empiricamente per l’obesità, unico ambito in cui l’ipnoterapia ha soddisfatto i rigidi criteri utili al riconoscimento dell’efficacia delle psicoterapie.

Cos’è l’eclettismo supportato empiricamente?

L’eclettismo fornisce un approccio più empirico alla terapia in quanto seleziona le tecniche sulla base dell’evidence based più che per ragioni teoriche.
Non fa quindi riferimento a una specifica teoria, ma forma le basi per la Terapia Multimodale (MMT) di Lazarus. Anche la comunità scientifica attuale tende a favorire un approccio basato sulle prove sperimentali. Con l’evoluzione di un corpus di ricerche sull’efficacia delle psicoterapie, gli studi moderni sono in grado di formulare ipotesi sulla base di ricerche precedenti, favorendo un approccio alle terapie meticoloso, tecnicamente eclettico e verificato sperimentalmente.
L’ipnoterapia basata sulla ricerca sperimentale, che incorpora tecniche derivanti da diverse scuole di psicoterapia, può quindi costituire una branca specifica dell’eclettismo tecnico (evidence based.)

Gli strumenti della terapia cognitivo comportamentale

Molte delle tecniche tradizionali utilizzate nell’ipnoterapia possono essere classificate come interventi cognitivo comportamentali.
Weitzenhoffer e altri hanno fatto notare che numerosi strumenti cognitivo comportamentali derivano da tecniche già utilizzate per molti anni nell’ipnoterapia. Molte tecniche ipnotiche utilizzate per la dipendenza dal fumo o il controllo del dolore traggono spunto da protocolli di intervento che sono prevalentemente di orientamento cognitivo comportamentale.

L’elenco riportato di seguito mostra una serie di interventi utilizzati nell’ambito dell’ipnoterapia cognitivo comportamentale, derivati nella maggior parte dei casi dalle ricerche sull’efficacia delle psicoterapie.

1. Training di autoipnosi
2. Esercizi di rilassamento/respirazione
3. Training su ipnosi e autosuggestione
4. Registrazione in seduta (CD auto-ipnosi, ecc)
5. Ipnosi vigile
6. Terapia di desensibilizzazione ipnotica (desensibilizzazione sistematica / desensibilizzazione in regressione)
7. Terapia aversiva/ sensibilizzazione covert
8. Training di Assertività (Terapia del riflesso condizionato )
9. Suggerimenti terapeutici diretti e Immaginazione di risultati positivi
10. Ripetizione mentale delle strategie di coping
11. Terapia di Esposizione in immaginazione e Prevenzione della risposta
12. Arresto del Pensiero e controcondizionamento (Habit Reversal)
13. Ripetizione mentale di affermazioni positive
14. Mindfulness (Body Scan) e individuazione pensieri (Gestalt )
15. Automonitoraggio (tipi di pensieri , ecc. )
16. Inchiesta socratica e messa in discussione dei pensieri (degli errori di pensiero e cognizioni negative)
17. Shaping (modellaggio) del comportamento mediante rinforzo positivo di approssimazioni successive
18. Rafforzamento del sé / autoefficacia tramite suggestioni e immaginazione
19. Assessment strutturato del cliente
20. Psico -educazione / istruzioni sul modello teorico di riferimento della terapia
21. Controllo della tensione / rilassamento muscolare progressivo
22. Biofeedback Training
23. Controllo delle emozioni mediante segnali ( “ancoraggio ” )
24. Induzione cognitiva dello stato emotivo / Immaginazione razionale emotiva
25. Training alla Resilienza & prevenzione delle ricadute
26. Training linguistico (Semantica Generale)
27. Agire “come se” / role-taking
28. Role modeling in immaginazione
29. Affermazioni incoraggianti per i momenti di crisi/ Suggestione Simbolica
30. Role – Playing / Psicodramma comportamentale (in Training su Autosuggestione)
31. Esercizi di Accettazione / Perdono
32. Immaginazione evocativa & terapia di regressione cognitiva
33. Terapia sull’immagine di sé
34. Tecniche immaginative di proiezione nel tempo / valutazione delle conseguenze
35. Pratica Negativa / intenzione paradossa
36. Auto – Rinforzamento Covert
37. Compiti Comportamentali / Esperienze correttive
38. Biblioterapia (prescrizione libri Auto-Aiuto)

 

Ragioni per integrare l’ipnosi con la CBT

Dalla nascita delle terapia comportamentale negli anni ‘50 sino alla sua evoluzione nella CBT moderna, i clinici hanno notato il valore aggiunto dell’ipnosi quando combinata alle strategie cognitivo comportamentali tradizionali. I vantaggi più rilevanti sono:

1. molti pazienti mostrano un’aspettativa maggiore nei confronti del trattamento grazie alla percezione che hanno del “potere” dell’ipnosi
2. l’ipnosi è in grado di indurre uno stato di rilassamento profondo in modo semplice ed efficace, e il rilassamento è di centrale importanza in molte terapie, nonostante non sia essenziale per l’ipnosi
3. l’ipnosi sembra facilitare un senso positivo di “distacco” o “dissociazione” vantaggioso soprattutto nella gestione del dolore
4. Facendo deliberatamente il contrario di quanto permette alle suggestioni di funzionare, possiamo sviluppare strategie di “de-ipnosi”, simili al “distacco” nella terapia cognitiva e più recentemente negli approcci basati sulla mindfulness e sull’ACT.
5. L’ipnosi sembra in grado di intensificare la chiarezza, i dettagli e la permanenza delle immagini mentali in modo da aumentare l’efficacia di tecniche immaginative come l’esposizione in immaginazione
6. L’ipnosi sembra facilitare la sperimentazione degli stati emotivi, come nel corso delle regressioni e delle abreazioni, in modo da intensificare gli interventi terapeutici basati sull’esposizione.
7. L’ipnoterapia ha contribuito allo sviluppo di metodi di suggestione verbale e non verbale che possono essere utilizzate in modo da integrare i benefici di altri interventi terapeutici in molti modi diversi.
8. Il training sulle autosuggestioni e sull’autoipnosi offre ai clienti un’abilità di coping trasversale che può essere applicata in una vasta gamma di situazioni.
9. L’ipnoterapia ha costituito nel tempo un “contenitore” creativo di idee, all’interno del quale sono state sviluppate diverse tecniche e strategie terapeutiche. Costituisce quindi un “cassetto degli attrezzi” contenente metodi di intervento documentati.
10. La vasta gamma di tecniche immaginative e non verbali utilizzate dagli ipnoterapeuti, si sono rivelate particolarmente adatte alla registrazione di file audio, che costituiscono un supplemento alle classiche sedute faccia a faccia.

Articolo tradotto e adattato da:
Enrico ROLLA – Direttore Istituto Watson, Torino – Centro di terapia e scuola di specializzazione ministeriale post lauream
Sonya SABBATINO – Istituto Watson, Torino – Centro di terapia e scuola di specializzazione ministeriale post lauream
Contatti: Istituto Watson, c.so Vinzaglio 12 bis, Torino
Tel.: 011 56 111 02 
Email: info@iwatson.com
 Site: www.iwatson.com

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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Weitzenhoffer, A.M., (2000). The Practice of Hypnotism (Second ed.), New York: John Wiley & Sons

 

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