"Associate Chapter della Association for Behavior Analysis International"
"European Association for Behaviour analysis - National Member Organization"
"Membro della European Association for Behavioural and Cognitive Therapies EABCT"

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Intervento Psicoterapeutico per la Prevenzione dell’Infarto

A cura del Dr. Carlo Di Berardino psicoterapeuta cognitivo comportamentale docente e supervisore AIAMC

Le malattie cardiovascolari (MCV) costituiscono ancora la prima causa di morte in Italia, rappresentando il 44% di tutti i decessi.
Chi sopravvive ad un evento cardiovascolare diventa un malato cronico, con notevoli costi economici e sociali.
Le MCV sono una condizione che influenza negativamente molteplici aspetti, peggiorando la qualità di vita globale del paziente.

Fattori di Rischio Infarto

Tra i fattori di rischio abbiamo:

  • Lo stress emotivo
  • L’ipertensione arteriosa
  • Livello di colesterolo nel sangue
  • Diabete
  • Obesità
  • Vita sedentaria – scarso esercizio fisico
  • Consumo di alcool e nicotina e cocaina

Tra i fattori su cui è possibile intervenire senza ricorrere unicamente alle terapie tradizionali di tipo prevalentemente farmacologico è possibile agire sui fattori di rischio rappresentati dallo stress emotivo cioè sulle variabili psicologiche che intervengono in due modalità:

  • Direttamente (stress, ansia, gestione delle emozioni, iperlavoro)
  • Indirettamente (stile di vita, comportamenti a rischio)

Oltre tre quarti della mortalità cardiovascolare globale può essere prevenuta mediante l’attuazione di adeguati interventi non farmacologici agendo sull’autocontrollo dell’ansia e delle emozioni attraverso un cambiamento dello stile di vita (Linee guida europee sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari nella pratica clinica, 2012).

Come Prevenire

Proprio perché la percezione e la valutazione hanno un ruolo determinante nella nostra capacità di adattarci e di rispondere in maniera appropriata ai cambiamenti (dolore, pericoli per il nostro benessere) il primo passo per affrontare lo stress è capire ciò che ci sta accadendo analizzando la nostra esperienza qui e ora nel suo contesto globale. Partendo dal riconoscimento delle nostre reazioni abituali e degli automatismi inappropriati in situazioni difficili le cosiddette coping cioè sulle nostre abitudini sbagliate.

Il guarire o l’ammalarsi sono processi che avvengono continuamente in noi, e il loro equilibrio relativo , in un dato momento della nostra vita, dipende dalle nostre difese e dalle nostre risposte al cambiamento, l’attenzione che portiamo all’esperienza del nostro corpo e dalla nostra mente e nella misura in cui ci accettiamo e rispettiamo i segnali dell’ansia che provengono dal nostro organismo dando loro giusto significato in questo modo saremo in saremo in grado di dare una risposta adattava adeguata ai cambiamenti senza perdere il controllo.

Pertanto imparare a gestire l’ansia e le emozioni diventa l’obiettivo principale per difenderci dalle insidie dello stress. Bisogna tenere presente che il 80% delle emozioni non raggiunge il livello della consapevolezze quindi gran parte delle nostre reazioni avviene in modo automatico senza un controllo diretto. Pensiamo alla collera, alla paura, alla gelosia e a tutte le mozioni negative che non riusciamo ad esprimere in modo adeguato ma attraverso reazioni disadattive e nocive (alcol, fumo, droga,e dipendenze tecnologiche varie). Tutte queste reazioni sbagliate perché non controllate agiscono pesantemente sul funzionamento del cuore.

Il cuore agisce profondamente sulla percezione e sulla gestione delle emozioni:

  • Il cuore è costituito da 40,000 cellule cerebrali e pertanto può ritenersi un sofisticato sistema di cellule nervose in grado di registrare e di elaborare direttamente le informazioni che provengono da tutti i sistemi biologici del nostro organismo
  • Ha la capacità di memorizzare emozioni, ricordi, gusto piacere/dolore felicit
  • Il cuore è il più potente generatore di endorfine dell’organismo
  • E’ in grado di inibire o attivare alcune parti del cervello ed in questo modo può influenzare il nostro modo di pensare, di vedere le cose, ampliando la nostra percezione della realtà, influenzando le nostre reazioni emozionali.

E’ possibile intervenire sull’attività cardiaca attraverso una particolare condizione dello stato di coscienza che viene descritto come “sincronia” che si verifica quando i due emisferi cerebrali sono in stato di coerenza si crea un’unica onda sinusoidale altamente armonica, con l’attivazione di onde alfa come quando siamo in uno stato di meditazione (sincronia).

A questo punto le onde dei due emisferi si “agganciano al ritmo del cuore” producendo la cosiddetta coerenza “mente-cuore” (onde alfa) sincronia.

cuore e cervallo

In questa condizione di connessione mente/ cuore l’organismo funziona nel migliore dei modi, attivando processi di autoregolazione sul funzionamento su tutto il sistema cardiovascolare agendo sullo stato di iperattivazione nervosa che caratterizza uno stato cronico di stress. L’Heart Math Institute ha confermato che se un individuo prova emozioni quali gratitudine, apprezzamento, amore e cura, si crea una maggiore coerenza del battito cardiaco nel tempo, maggiore sincronicità tra i due sistemi aumentando l’attività del sistema parasimpatico rispetto al simpatico. Per cui le emozioni positive non solo ci fanno sentire meglio ma addirittura vanno a potenziare il sistema immunitario e ci permettono di avere maggiore resistenza allo stress.

Curare l’ipertensione con il MBCM Mindfuless Cardiopty Managagement

Lo staff del Centro di Psicologia Clinica di Pescara in collaborazione dell’AIMY e dell’Univ. G. D’Annunzio di Chieti ha condotto una ricerca applicando un protocollo MBCM Mindfuless Cardiopty Managagement (C. Di Berardino, A..Di Berardino,D. Garozzo, A.R. Iannetti, M.R.Sergi, S. Di Luzio 2017) per curare l’ipertensione arteriosa su un campione di 50 soggetti provenienti da vari reparti di cardiologia dell’Ospedali di Pescara e da altri specialisti cardiologi coinvolti nella ricerca autorizzata dal Comitato Etico della provincia di Chieti-Pescara.

Il programma consistente in 8 incontri di meditazione con cadenza settimanale, che con alcune importanti variazioni, si ispira al protocollo MBSR “Mindfullness-Based-Stress-Reduction” di J. Kabat Zinn.
Durante questi incontri di gruppo i soggetti, che avevano partecipato agli incontri previsti dal protocollo, durante il training sono stati addestrati al controllo della respirazione a sviluppare la connessione alle sensazioni corporee e alle emozioni, bloccando gli automatismi dell’ansia legati allo stress.

I risultati mostrano, attraverso una misurazione testologica, la differenza tra l’inizio e fine del trattamento, con un abbassamento generale dei valori dell’ansia e della aggressività, una migliore consapevolezza delle emozioni della depressione, il dato più significativo è rappresentato dai valori emersi dalla misurazione effettuata attraverso Biofeedback, uno strumento che misura alcuni parametri psicofisiologici dell’ansia e dell’attività cardiaca, con cui alla fine del trattamento è stato possibile verificare un abbassamento significativo dei livelli baseline relativi alla frequenza del ritmo cardiaco, nonché una riduzione dei tempi di recupero dallo stress emotivo misurato attraverso l’HRV (Heart Rate Varability) riguardante la variabilità della frequenza cardiaca, i risultati di questo parametro hanno fatto registrare dei tempi inferiori nel recupero dello stress emotivo rispetto alla misurazione iniziale quindi una migliore resistenza allo stress cioè un miglioramento della resilienza .

Questa sperimentazione effettuata dal Centro di Psicologia Clinica di Pescara in collaborazione con l’Univ. di Chieti ha già mostrato non solo un miglioramento della capacità di autocontrollo e di recupero dallo stress ma anche una significativa riduzione della terapia farmacologica anti-ipertensiva registrata a distanza di sei mesi con un Follow-up effettuato sul campione sperimentale, rispetto a quello di controllo, in cui si è riscontrato al contrario un andamento peggiorativo dello stato clinico generale con conseguente aumento della terapia farmacologica e dell’ipertensione. Questo esperimento confermerebbe l’importanza e l’efficacia terapeutica del protocollo MBCM integrato con la terapia cognitivo-comportamentale ideata dal Prof. Carlo Di Berardino direttore del Centro di Psicologia Clinica di Pescara per trattamento di patologie ipertensive, un approccio importante, quello fondato sulla consapevolezza, che si è dimostrato efficacie nella cura di molte patologie da stress che sono di competenza della Medicina Comportamentale.

E’ possibile seguire il trattamento sia a livello ambulatoriale che a livello residenziale presso una struttura confortevole dotata di uno staff altamente specializzato il centro “La Casatldina” in un bellissimo borgo mediovale alle pendici della Maiella presso Pettorano sul Gizio (AQ).

Per avere maggiori informazioni Tel 085/4211986 . www.centro-psicologia.it info@centro-psicologia.it